Verso l'implosione?

giovedì 22 maggio 2008


Gb, i papà non servono più Figli in provetta per lesbiche e single

I padri sono stati dichiarati una figura irrilevante nella Gran Bretagna moderna. Il Parlamento ha infatti detto sì alla fecondazione assistita per le donne single o lesbiche, riconoscendo il diritto di procreare anche senza un uomo al fianco.
Nel provvedimento sui temi bioetici votato ieri sera alla Camera dei Comuni, che non ha modificato il limite delle 24 settimane per l’aborto, è stato cancellato un requisito finora essenziale per accedere alle tecniche di fecondazione assistita: i medici dovevano considerare prima di tutto il bisogno e l’importanza, per un bambino, di una figura maschile all’interno della famiglia prima di eseguire il trattamento su una donna. Non era un vero e proprio divieto, ma una clausola con cui spesso i camici bianchi respingevano al mittente le richieste di donne single o coppie lesbische di avere un figlio in provetta. A sorpresa, il Governo l’ha spuntata. Si era preparato, infatti, alla sconfitta, ma per ben due volte la modifica dell’Human Fertilisation and Embriology Bill ha ottenuto la maggioranza, con 75 voti prima e 68 poi. Una modifica non di poco conto, visto che ora la legislazione allargherà i diritti delle coppie lesbiche, a cui l’adozione non è permessa.

Fonte: Il Giornale.it

I nostri auguri agli uomini inglesi... e i nostri complimenti anche a chi ha approvato un provvedimento simile. Non bastava questo...

Da che pulpito...

mercoledì 21 maggio 2008


Il duro lavoro di Michele Santoro
di Mauro Bottarelli

Dalla tribuna del suo Annozero, Michele Santoro ha attaccato gli europarlamentari rei di lavorare poco e produrre meno. Parlava a ragion veduta il buon Michele, visto che dalla primavera del 2004 fino al 13 novembre 2005 lui stesso bazzicava tra Bruxelles e Strasburgo sotto le insegne del Pse, dopo il famoso “editto bulgaro” e la frettolosa discesa in campo al fianco dell’altra pasionaria Lilli Gruber.
Un anno e mezzo di militanza tra i banchi dell’Europarlamento durante i quali il nostro ha prodotto ben tre interrogazioni parlamentari. La prima riguardo lo stoccaggio dei rifiuti presentata alla Commissione il 16 settembre 2004 (insieme ai colleghi Pittella e Andria, i veri estensori); la seconda sul sequestro dei siti europei di Indymedia presentata il 13 ottobre 2004 (insieme a Giulietto Chiesa e Lilli Gruber), inoltrata sia alla Commissione che al Consiglio e la terza, sempre in coppia con Lilli Gruber, dal titolo “Libertà d’informazione e di espressione in Italia” riferito alla sospensione di alcune trasmissioni radiofoniche dell’emittente Radio Regio Stereo di Altamura presentata il 7 ottobre 2005. Tutto qui.
Di altro nel suo curriculum compaiono solo una proposta di risoluzione su iniziativa legislativa per il pluralismo nei mezzi di comunicazione datata 26 luglio 2004 (solo firmata) e due interventi in plenaria. Uno sulla dichiarazione di insediamento di Jose Luis Barroso appena eletto presidente della Commissione (con questo fiero incipit: «Sono un giornalista al quale è stato impedito di continuare a fare il suo lavoro») e la seconda, il 14 dicembre 2004, dal titolo “Procedura d’asilo e protezione nelle regioni d’origini”. Un po’ poco per un membro della Libe, Commissione per le libertà civili, giustizia e affari interni e della Commis-sione cultura e istruzione nonché membro della delegazione presso la commissione parlamentare mista Ue-Croazia e della delegazione alla commissione di cooperazione parlamentare Ue-Russia. Ma tant’è, statini alla mano gli stipendi sono stati tutti accreditati puntualmente.


Fonte: Tempi.it

Ma tu guarda: il Grande Moralizzatore non è morale come vuol farci credere. Vuoi vedere che è solo un grande moralista, esattamente come le persone che processa nelle sue trasmissioni?

ps: carine le orecchie da Topolino, però!

Irruzioni europee

martedì 20 maggio 2008

Da qualche giorno, a Governo appena formato, è alto il tono della polemica, sia sulle discussioni (DISCUSSIONI; non leggi) dei nostri politici su come intervenire in materia di immigrazione e di campi nomadi (in molte città italiane si è quasi al collasso delle periferie, da anni abbandonate alla violenza e alla malavita), nonchè in tema di rifiuti (Napoli è in queste condizioni da oltre sei mesi, non dmenichiamolo).
La concomitanza di certi attacchi mi pare perlomeno strana: l'Unione europea che ORA si rende conto della gravità della situazione napoletana e che ORA richiede fermezza, così come ORA si preoccupa che i CPT italiani non diventino lager (cosa, tra l'altro, tutta da dimostrare; e, a quanto pare, la Spagna non può certo porsi come sistema ideale, visto questi esempi). E l'intervento delle due ministre spagnole sulla questione immigrazione?
Trovo inquietante che tutto questo insieme di dibattiti accesi accadano in contemporanea per sola casualità. Ma, siccome al caso non credo, mi sorge il dubbio che ci possa esserci un interesse esterno a decidere per il nostro Paese le leggi. Che ci sia un retaggio del Governo Prodi? Insomma, è innegabile che Zapatero sia amico di Prodi, ma da qui a dire che il Welfare spagnolo sia un esempio da seguire... beh, ce ne passa! E l'Europa, che in tema di immigrazione se ne è sempre fregata di prendere provvedimenti seri in aiuto dell'Italia, per combattere la piaga della clandestinità che affligge le coste del sud?
Si potrebbe profilare una situazione de facto assurda: uno Stato nazionale, regolarmente eletto, che legifera previo favore europeo, e questo è, ovviamente, inaccettabile! Ben vengano i dibattiti, ma non queste invasioni di campo a discussioni appena iniziate. Prima si attendano le leggi, poi si penserà a criticarle, casomai.

La mia donna ideale

lunedì 19 maggio 2008


A queste dichiarazioni non ci son commenti da aggiungere! Finalmente qualcuno che dice cose sensate, al Governo. Per due anni abbiamo sentito solo boiate... I paragoni con quella sottospecie di 'ministra' dell'esecutivo precedente sono impietosi, e sin da subito; ottimo segno!

Obama bifronte

venerdì 16 maggio 2008

Obama bifronte
di Christian Rocca

New York. Aborto, religione e patriottismo tornano al centro della campagna elettorale di Barack Obama, ormai a un passo dalla conquista della nomination del Partito democratico contro Hillary Clinton. Uno degli aspetti più straordinari del successo di Obama è quello di essere finora riuscito, grazie al sostegno di televisioni e stampa, ad apparire in modo credibile come il nuovo messia, ma anche come il più filo abortista dei candidati in gara, come la quintessenza del sogno americano, ma anche come l’unico capace di ridicolizzare il falso patriottismo dei politici, come il più convinto a usare le armi per combattere i terroristi, ma anche come il più dialogante con i nemici.
Il caso dell’aborto e della religione è il più recente. In Kentucky, stato conservatore dove si voterà martedì, Obama distribuisce volantini ufficiali con sue foto che lo ritraggono dientro un pulpito e davanti a una gigantesca croce luminosa. Gli slogan della sua campagna, “speranza” e “cambiamento”, vengono messi in secondo piano rispetto a “faith”, fede. Il volantino riporta una frase del candidato: “La mia fede mi insegna che posso stare dentro una chiesa e pregare quanto voglio, ma non soddisferò il volere di Dio fino a quando non andrò fuori a fare il lavoro del Signore”. Sul retro, altra foto e altro slogan: “Cristiano impegnato”.
Eppure, malgrado retorica e spirito cristiano, mercoledì Obama ha ottenuto il sostegno ufficiale di una delle più importanti lobby abortiste del paese, la Naral pro choice America, scatenando una battaglia a chi dei due è più abortista con Hillary Clinton, convinta che il gruppo avrebbe appoggiato lei. Hillary ha risposto con il comunicato di un’altra organizzazione di donne, Emily’s List, e fornendo alla stampa il numero dei deputati e leader pro choice che stanno con lei.
All’inizio della corsa i due candidati erano molto più cauti sul tema, con Hillary che parlava di voler ridurre gli aborti e farli diventare “rari” e con Obama che invitava a comprendere le ragioni dei pro life. La partita per la conquista dei voti liberal alle primarie li ha resi più sbrigativi. A un comizio in Pennsylvania, Obama ha detto: “Io ho due figlie di nove e sei anni insegnerò loro prima di tutto i valori e la morale, ma se facessero un errore, non vorrei che fossero punite con un bambino”. Un concetto ribadito qualche giorno dopo durante un dibattito sulla fede organizzato dalla Cnn.
Barack Obama ha incassato il sostegno della lobby abortista dicendo di “esserne orgoglioso” e spiegando che “in questo paese esistono pochi difensori indefessi dei diritti delle donne come la Naral pro choice America: per decenni hanno lavorato nei tribunali, nelle assemblee elettive e per strada per assicurarsi che le donne avessero il diritto di scegliere: questo – ha concluso il senatore dell’Illinois – è un diritto civile fondamentale per cui mi sono battuto e che ho protetto in Illinois e a Washington e ora che è minacciato dal senatore McCain mi batterò per renderlo sicuro oggi, domani e sempre”.
La definizione di leader cristiano e l’impegno a favore del diritto all’aborto convivono in Obama, così come le sue contrastanti posizioni su patriottismo e sicurezza nazionale. Obama dice di voler parlare con tutti i nemici dell’America e, ieri, la sua campagna ha criticato duramente il discorso di George W. Bush alla Knesset, definendo “diplomazia cowboy” l’idea presidenziale di considerare “appeseament” il dialogo con i nemici. Qualche giorno fa, però, ha criticato l’ex presidente Jimmy Carter per aver incontrato Hamas e ha licenziato un suo consigliere di politica estera, Robert Malley, perché aveva fatto la stessa cosa. Inoltre, in un’intervista all’Atlantic, ha definito Hamas un’organizzazione terrorista con cui non si può e non si deve trattare.
Qualche mese fa, in tv, Obama ha detto di essersi tolto la spilletta con la bandiera americana dal bavero della giacca perché quella spilletta era diventata “un sostituto del vero patriottismo”. Nelle ultime settimane, prima saltuariamente e da quattro giorni ininterrottamente, è tornato a mettersi la spilletta. Obama ha spiegato che a volte la mette e a volte no, ma il New York Times ha raccontato che i suoi consiglieri hanno insistito molto perché la indossasse. L’obiettivo è di tenersi il sostegno pacifista e di conquistare la working class bianca che continua a preferirgli Hillary.

Fonte: Camillo

Della serie: un uomo di grandi e incrollabili ideali... che schifo! A questo punto la nomination democratica sarà data dalla scelta tra il male e il peggio. Bella prospettiva... Piuttosto si parla sempre poco di McCain, ma a questo punto spero sia lui a vincere... se non altro per rovinare la festa ai democratici!

Il lupo perde il pelo...

mercoledì 14 maggio 2008


Sulla 194 Genova prepara un Pride Laico per il Papa
di Alessia Grossi

«Stupisce questa mancanza di carità da parte della Chiesa». Così Emma Bonino risponde all'attacco del Papa alla 194, definita «una ferita aperta per la società italiana».
(Ci faccia ridere: lei che è atea anticlericale, ci spieghi cosa è la carità cristiana...)
«Sono le immigrate, le più povere, quelle che abortiscono di più. Servirebbero strumenti di sostegno, servirebbe maggiore informazione, servirebbe la contraccezione, servirebbe la scelta. Se ci fosse meno rifiuto ideologico rispetto alla contraccezione forse la legge 194 funzionerebbe anche meglio. Ho trovato - ha concluso - l'intervento del Papa, a parte il fatto che si occupa di una legge italiana, davvero una mistificazione della realtà e degli esiti positivi di questa legge».
(Migliaia di non-nati un esito positivo. Andiamo bene... Eppure i dati, questi esiti positivi, dicono ben altro... ma tant'è, con tutti gli impegni che avrà lei, mica può perder tempo ad informarsi prima di sparar boiate...)
Di contro il premier Silvio Berlusconi raccoglie le parole di Benedetto XVI sull'aborto e promette, nel suo discorso alle Camere per la fiducia al nuovo Governo, «risorse» per «rimuovere le cause naturali che spingono le donne a ricorrere all'aborto» e garantisce «un piano per la vita» dall'aula di Montecitorio.
(Ha detto una cosa molto simile anche Napolitano, giusto per esser precisi...ndr)
Dunque a pochi giorni dal trentennale della legge sull'aborto, l'attacco del Papa alla 194 riapre il dibattito. «Sono stanca di sentir dire che la legge 194 non si tocca. Non lo accetto. È una legge di trent'anni fa, dobbiamo tener conto dei progressi scientifici». Così il neo ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo risponde alle parole del Papa e definisce «alcuni consultori covi di sinistra. Sembrano sezioni del vecchio Pci - dice la Prestigiacomo. Sollecitano le donne a sbarazzarsi del bambino. Così si generano reazioni sbagliate, come la richiesta di inserire figure religiose. I consultori vanno ammodernati». A Benedetto XVI rispondono comunque i numeri dell'ex ministro della Sanità Livia Turco. La legge «ha permesso di ridurre il ricorso all'aborto di oltre il 40 per cento» e la Turco ribadisce che «non è la 194 che ha creato l'aborto, l'aborto esisteva già e la legge lo ha ridotto perché è cresciuta la responsabilità delle donne».
(Si?! Ma pensa te, non me ne son proprio accorto...vogliamo parlare della continua riduzione anche dell'età delle donne che abortiscono? Anche questa trattasi di responsabilizzazione?)

A proposito di numeri, per Marco Pannella l'attacco del Papa è «una bestemmia contro la verità».
(Ah, beh, se lo dice il Pannellone... Quid est veritas?)

Intanto in occasione della visita in Liguria di Benetto XVI il movimento delle donne Usciamo dal silenzio si prepara all'accoglienza con il «Pride laico» di Genova.
(Mi ricorda la 'frocessione'...Anche per le intelligenti ragioni che stanno alla base, s'intende... Vuoi vedere che son gli stessi?)
Una due-giorni, 17 e 18 maggio, cui aderiranno Arcigay, Le Ninfe-Arcilesbica, Azione Trans, Città Partecipata, l'Assemblea antifascista, la Lila, per «affermare i diritti che la Chiesa nega».
(Si, confermo, son proprio gli stessi...)
Alla manifestazione si aggiungono anche i cattolici che con le dichiarazioni di Antonio Bruno, capogruppo di area cattolica di Sinistra Europea
(Ci mancava il comunista adulto con la patente da cattolico. Guardacaso è un autorevole rappresentante non-politicizzato, come potete notare)
si lanciano contro le «ingerenze del Vaticano» soprattutto su «argomenti che hanno a che fare con la sessualità, mentre su temi come la guerra e la povertà si fanno dichiarazioni che vengono percepite come burocratiche».
(Davvero? Qui sembra ben altro...Ma in fondo è tutto opinabile, a quanto dite VOI) In parallelo parte la raccolta firme perché «il milione e mezzo di euro da spendere per la visita del Papa vengano devoluti ai servizi sociali di primaria importanza».
(Facciamo così: mettiamoci anche i soldi della vostra organizzazione...e magari pure quelli che vi hanno permesso di sfasciare mezza Genova per il G8! Facciamo un conto unico e non se ne parli più!)

Fonte: L'Unità

Le bugie hanno le gambe corte... e il naso lungo!

ps: parti in rosso mie. In blu le corrispondenze tra i riferimenti.
Le cazzate, invece, sono di legittima proprietà di chi le ha proferite. Per fortuna!


DisInformazione Corrieristica

martedì 13 maggio 2008


Le "idee confuse" di Giavazzi: un falso concetto di scuola non-statale e i dati “torturati” a piacimento
di Giorgio Vittadini
Nel suo editoriale sul Corriere del 12 maggio Francesco Giavazzi riporta e ripete a distanza di tempo, in modo acritico e fideistico, un’affermazione fatta da Daniele Checchi. Il quale ha preso in mano l’indagine Ocse-Pisa 2006 e le ha fatto concludere che le scuole private in Italia sono le peggiori d’Europa e che sono anche al di sotto della scuola statale. In termini di punteggi internazionali le differenze a favore degli studenti delle scuole pubbliche sarebbero di 11 punti in matematica, 14 nelle materie scientifiche, 3 nella lettura.
Checchi aggiungeva che gli alunni delle private - con il loro 4% rispetto al totale! - abbassavano gravemente la media nazionale italiana, rendendo abissale il distacco dall’Europa nelle materie scientifiche. Supponiamo pure, per un attimo, che quel distacco tra scuola statale e scuola privata esista: appare avventuroso affermare che la responsabilità dell’abbassamento della media nazionale dipenda dai 686 studenti delle private dispersi nell’universo statistico dei 20.922 studenti del campione. Una differenza di 14 punti sul 4% del campione incide soltanto per lo 0,12% sul risultato complessivo. Ma la questione centrale è che cosa significhi "scuola privata". Stupisce che dopo la legge n. 62 del 2000 varata da Luigi Berlinguer e dopo la riforma del Titolo V si continui a parlare confusamente di “scuole private”, ignorando che esistono almeno due tipi di scuole private. Quelle “private” e quelle paritarie”, che sono scuole pubbliche a norma della legge, avendo ottemperato alle condizioni da essa prevista. Le tabelle 5.4 del volume II di Ocse-Pisa 2006 assegnano il 96,4% degli studenti italiani alle scuole statali, l`1,2% alle scuole che noi chiamiamo "paritarie" (Governement-dependent private schools), il 2,4% alle scuole "private" (Governement-independent private schools). Per "Governement-dependent private schools" l`Ocse intende quelle scuole che ricevono da agenzie governative almeno il 50% o più dei fondi necessari a supportare i servizi educativi di base. Poi, però, in una tabella successiva Ocse-Pisa mette sotto la voce “private” le scuole paritarie, le scuole private, le scuole professionali delle province di Trento e Bolzano, i corsi offerti dai Centri di Formazione professionale (Cfp - Legge 53/2003). In questo modo nel campione di 686 studenti di scuole non statali utilizzato per l'area scientifica, parte frequentano 56 Cfp - che spesso funzionano da “Croce rossa” e da punti di raccolta dei drop-out dell`istruzione formalizzata- parte arrivano da 33 altre scuole, che comprendono "i diplomifici", con studenti a basse performance. È evidente, perciò, che i dati Ocse-Pisa non possono essere utilizzati per identificare le performance di tutta la scuola non statale. Certo, “torturando” e manipolando i dati al cospetto del volgo si può ottenere di piegarli a confermare opzioni ideologiche preconcette, vendute come autoevidenti. Stupisce che il liberal/liberale Giavazzi si presti a questo gioco.

Fonte: IlSussidiario.it

Metodo tipico di disinformazione strisciante del CorSera. Non una novità, a dire il vero. Stupisce che un giornale, anzi, forse IL giornale più venduto in Italia decida di disinformare così palesemente i lettori. E' la 'deriva-Mieli', d'altronde, che ha dato una linea editoriale più sfacciatamente politicizzata, eliminando anche una residua oggettività rimasta dalla precedente gestione. Decidendo il netto schieramento per una certa parte politica (la sinistra, per capirci), scegliendo, di fatto, di diventare un organo informativo politico. Evidentemente questo atteggiamento rende. Ognuno fa le sue scelte. Non è detto le si condivida.

Uhm...mi piace!

lunedì 12 maggio 2008


Brunetta: «I dipendenti pubblici fannulloni vanno licenzati»
di Nicoletta Cottone

Tolleranza zero con i dipendenti pubblici fannulloni: «semplicemente vanno licenziati». Il neo ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta intervenuto al Forum P.A. inaugurato a Roma, promette una rivoluzione tecnologica nella Pubblica amministrazione, ma dichiara guerra a chi prende uno stipendio senza lavorare. Per il ministro già ci sono le leggi che consentono di farlo. «C'è la cassa integrazione e c'è il licenziamento, solo che non sono mai stati utilizzati. Ma il clima del paese è cambiato. È un miracolo che la Pubblica amministrazione ancora stia in piedi non avendo strumenti come gli incentivi e disincentivi, premi e punizioni. In queste condizioni un'azienda privata avrebbe già chiuso». Stop, poi, alla carta nella pubblica amministrazione, anche le pagelle scolastiche saranno online.

Promette una rivoluzione tecnologica Renato Brunetta, secondo il quale la banda larga e l'Ict devono far superare «senza ritorno» ogni barriera fisica nel giro di un anno, un anno mezzo. Un taglio deciso alle montagne di carta che invadono la Pubblica amministrazione: «non ci dovrà più essere la documentazione cartacea», promette il ministro, «le pagelle dovranno essere lette su internet, basta pagelle di carta». L'Italia, insomma, seguirebbe la via britannica, visto che oltremanica il Governo ha annunciato a gennaio di mettere in rete i voti degli alunni per consentire entro 2 anni ai genitori di seguire giorno dopo giorno l'andamento scolastico dei figli. Brunetta non esita, quindi, a parlare di una «rivoluzione con la quale la carta dovrà progressivamente sparire per essere sostituita dall'elettronica». Alleati gli uffici postali, le farmacie, le tabaccherie, perché «chi ha una rete possiede un tesoro. Se sapremo cambiare potremo spendere meglio e liberare importanti risorse da impieghi poco produttivi».

Il piano per riformare la Pubblica amministrazione è ambizioso, ma Brunetta assicura di non avere «la sindrome di Napoleone», perché per fare le riforme c'è bisogno del consenso del Paese. «Non penso di essere Napoleone - ha detto Brunetta - ma sono un bravo professore che da 30 anni studia queste cose. Penso di avere la consapevolezza, l'umiltà e la determinazione per fare bene, ma da solo non potrò fare nulla. Ho bisogno del consenso del Paese, degli stakeholders e di quelli che mi hanno preceduto».

La Pubblica amministrazione, ha detto Brunetta, deve guardare meno a se stessa e più ai bisogni dei cittadini. «Per fare questo, la Pubblica amministrazione deve funzionare, essere incentivata e non dobbiamo perdere tempo a guardarci l'ombelico. La stella polare sono i bisogni e gli interessi di cittadini, famiglie e imprese, soprattutto dei più deboli come gli anziani. Se fa questo, la Pubblica amministrazione sarà bene orientata, altrimenti sarà marginalizzata». Promette un approccio liberale e senza pregiudizi, «aperto al confronto con quanti siano disposti a condividere l'esigenza del cambiamento. Penso ad alcuni amici: Nicola Rossi, Pietro Ichino, Franco Bassanini, Maurizio Sacconi e a tutti i portatori di interesse: famiglie, imprese, consumatori, reti, individuali e organizzati».

Fonte: IlSole24Ore.it

Mi piace questo qui; vuoi vedere che forse (e dico forse) in Italia si libereranno un sacco di posti pubblici che al momento sono detenuti da gente che, in vita sua, non ha MAI lavorato, ma nonostante questo è sempre stata superprotetta dai sindacati? Vediamo se si tratta solo di propaganda post-elettorale, o ad essa seguiranno i fatti. Fatti tanto desiderati.

Figura da pirla

sabato 10 maggio 2008


Come volevasi dimostrare, la Corte di Cassazione ha dichiarato illegittime le tasse sul lusso già tre mesi fa, e ora ha (giustamente) costretto la Regione Sardegna al rimborso ai 37mila contribuenti che hanno sborsato il balzello. Son proprio curioso di sapere da dove verranno prelevati i soldi, visto che con tutta probabilità sono già stati spesi...

Grazie delle belle figure che ci fai fare, Renato! Oltre a questa, ne hai combinato una seconda. Vuoi scommettere che la tua avventura politica finirà il prossimo anno? E sarebbe anche ora!

ps: foto dal titolo "I pirla si attraggono".

30 anni

venerdì 9 maggio 2008


Aldo Moro: n. 23.09.1916 - m. 09.05.1978

Il terrorismo, rosso o nero, è sempre terrorismo. La storia non si cancella.

Nuovo Governo...

giovedì 8 maggio 2008

Simpatico (e condivisibile) articolo di Filippo Facci, pubblicato su Il Giornale. Giustamente critica i metodi populisti utilizzati in campagna elettorale, in entrambi gli schieramenti, sul tentativo di apparire più 'moderni' utilizzando il maggior numer di donne possibile, senza contraddittorio sulle loro effettive capacità. Un politico non si sceglie in base alla biancheria intima, ma in base alle sue effettive capacità. E' questo che deve essere il criterio, e non il nuovo a tutti i costi, pena l'incompetenza al Governo.

L'impari opportunità

di Filippo Facci

Io preferivo quando nella politica italiana c’erano meno donne e magari pure più brutte: almeno avevi la certezza che non passavano di lì per caso, che i meriti dovevano averli per forza, anche perché in caso contrario il cinismo maschile le avrebbe spazzate via. Ora, invece, la logica politicamente corretta delle quote rosa, delle quote marketing, delle quote copertina, delle quote «noi-sì-che-siamo-moderni», ti costringe a guardare con sospetto anche donne magari bravissime, signore che sono riuscite in politica non perché sono belle: ma nonostante siano belle.

Il problema è che il reclutamento di femmine a manciate, durante la campagna elettorale, è stato penoso a sinistra come a destra: non erano una variante qualitativa, ma quantitativa, erano «tot donne» da sbattere in lista: il criterio di selezione era un problema che veniva dopo. Anche questa ossessione di dover piazzare assolutamente tot donne in tot ministeri sa di forzatura e convince poco: soprattutto se, nel totoministri quotidiano, capitava di veder saltabeccare certi nominativi da un ministero all’altro come se fossero intercambiabili, come se le attitudini e le competenze fossero un optional. Scegliere una donna solo se è più brava di un uomo: è questa l’emancipazione. Il governo potrebbe essere composto solo da donne oppure da nessuna: perché è un governo, non è mica una scampagnata.

Fonte: IlGiornale.it

Ma mi faccia il piacere!

lunedì 5 maggio 2008


Leggo queste dichiarazioni dell'ormai ex ministro alla Difesa Arturo Parisi (Arturrino per l'ex Presidente della Repubblica Francesco Cossiga) e, in quanto suo conterraneo, mi chiedo: sarà strumentalizzazione politica oppure doveroso richiamo alla difesa dello Stato?
Assorto in questi pensieri ci penso su un pò, finchè alcune immagini si accavallano; penso ad ogni manifestazione pubblica (concerti, spettacoli in piazza, manifestazioni sportive, udienze in Vaticano, ecc..) e mi ricordo che, laddove c'è un minimo di visibilità, c'è sempre una bandiera sarda. Tutti noi sardi siamo orgogliosi di esserlo, e per questo portiamo il nostro simbolo distintivo laddove andiamo. Ora, secondo il Suo ragionamento, sig. Arturrino, noi non potremmo certo partecipare al Governo Italiano, questo orgoglio ci renderebbe indegni di partecipare all'amministrazione dell'Italia, visto che ci riconosciamo ben più nella bandiera della nostra Isola, piuttosto che in quella nazionale. Ergo, anche lei dovrebbe occuparsi di altro: potrebbe, ad esempio, fare il comico da quattro soldi.
Non si preoccupi: avrà alcuni anni per potersi esercitare, ora che non ha più lavoro (e la pagano anche, ed è il colmo!!).

Robe da matti...

Cogli*ne!

domenica 4 maggio 2008

Non è politica, ma mi va di farvelo leggere. E scusate la volgarità, ma quando leggo affermazioni simili...

"Mio assistito non voleva uccidere" Verona, parla avvocato di ultras fermato L'avvocato del giovane fermato a Verona in relazione al pestaggio del 29enne entrato poi in coma ha difeso il suo assistito. Il ragazzo - che apparterrebbe a un gruppo di estrema destra - a parere del legale non avrebbe voluto uccidere. Si sarebbe trattato di una lite degenerata quella che ha portato al pestaggio del ragazzo ridotto in fin di vita. L'indagato intanto è stato sentito dal pm e poi rinchiuso nel carcere di Montorio.

Fonte: Tgcom.it

Certe cose mi fanno schifo. Così come certe affermazioni dovrebbero esser, almeno per pudore, tenute in bocca. Invece...

UPDATE: Beccati altri due dei cinque. Ora non ci resta che trovare gli altri due restanti e poi serve una bella condanna esemplare per il simpatico gruppo... giusto per far capire bene loro cosa hanno fatto...

Benfatto! Viva il parroco!

sabato 3 maggio 2008

Parroco rifiuta «Bella Ciao»: per l'ex partigiano niente esequie in Chiesa

Aveva espresso un desiderio preciso: voleva un funerale religioso, sì, ma accompagnato dalle canzoni partigiane delle sua vita. A cominciare da Bella Ciao. Don Renato D’Aronco, parroco di Castelnuovo, si è rifiutato e così Egidio Cozzi, ex combattente della Guerra di Liberazione, morto a 80 anni, è rimasto fuori dalla Parrocchia.

La scelta è toccata ai famigliari di Egidio, che di fronte al rifiuto del sacerdote a far entrare la banda in Chiesa, hanno deciso di far svolgere solamente il rito civile, accompagnato da tutte le canzoni patriottiche care all'anziano partigiano.

Fonte: L'Unità.it

Benfatto. Quando uno va a casa altrui (e che Altrui, in questo caso) non detta legge. Pietà non vuol dire accondiscendenza. Quella canzone non ha nulla a che vedere con l'elevare al Padreterno l'anima del defunto. Se hanno deciso di fargli il funerale fuori dalla Chiesa, significa che non ci credevano tanto. Tenevano più a 'Bella ciao'. E, anche in questo caso, ha fatto bene il parroco. Checchè ne dica, inorridendo, l'Unità.

ps: non vedo l'ora che vengano tagliati i finanziamenti ai giornali di partito. Sarà una festa vedere il quotidiano comunista finirla di ammorbare l'aria.

Libia no est Italia

Alle elezioni italiane si son presentati l'80% circa degli aventi diritto (italiani), scegliendo tra i candidati il leader (italiano) che avrebbe dovuto costituire il nuovo Governo Italiano. Tale personalità (italiana) eletta, avrà ora il compito di stabilire la squadra del nuovo esecutivo, mediando tra i vari partiti (italiani) che hanno fatto coalizione, perchè la grande maggioranza del popolo (italiano) gli ha dato mandato di farlo.

Ora, casomai non fosse chiaro, vedete qualche riferimanto alla Libia? Io no.

Quindi, Gheddafi caro, investi pure in azioni della Juve (grande squadra italiana) ma zitto e mosca sulla scelta della nostra squadra di governo. Non è una tua pertinenza.

Su quella non abbiamo molta voce in capitolo noi italiani, figurarsi se devono averla i libici!

ps: oltre al fatto che Calderoli non mi sta nemmeno tanto simpatico, mi tocca pure difenderlo! Gramo destino...

UPDATE: guardate il grande e liberale figlio di Gheddafi, colui che mediante la sua saggezza vuole difenderci dalle grinfie di Calderoli, a che simpatico passatempo si è dedicato nel 2003, approfittando della nostra libertà di espressione...

Colpi di coda

giovedì 1 maggio 2008


Il Morente Governo ha esalato l'ultimo respiro con due interessantissime boutade che si son rese necessarie a coronamento di un (breve, purtroppo non brevissimo) periodo di malgoverno, come non si ricordava da anni.
La prima perla è stata la diramazione delle linee-guida sulla legge 40, relative alla parte rigurdante la diagnosi pre-impianto (che è un'evidentissima pratica eugenetica, checchè se ne dica), ad opera dell'(ex) ministro Livia Turco.
La seconda è la 'Vischerata', ovvero la pubblicazione on-line dei redditi dei contribuenti, relativo ai contributi dell'anno 2006, ad opera di quel buontempone di Vincenzo Visco.

Per quanto riguarda la prima, è evidente che si tratta di un accento che va contro la stessa legge 40 (leggete qui un commento di alcuni parlamentari, e qui un'intervista ad Assuntina Morresi sulla vicenda) e, in secondo luogo, non si capisce perchè un ministro debba emanare un regolamento in una materia così delicata con tutta questa fretta, con le elezioni ad un passo (come possiamo vedere qui la loro approvazione risale all' 11 Aprile 2008, ad appena 3 giorni dalle politiche). Il tentativo di rendersi immortale, agli occhi dei cittadini, forse. E forse lo sarà, come uno dei ministri più ridicoli di sempre nella storia della nostra Repubblica. Rimarrà famosa per questa decisione, e anche per aver elevato il livello delle droghe ad uso personale al doppio diquanto previsto dalla precedente norma in materia. Ma d'altronde, tale approccio è stato (giustamente) recentemente messo in discussione dalla Cassazione (con questa sentenza). Non deve essere psicologicamente semplice ammortizzare uno sbertucciamento ad opera della Cassazione.
Ad ogni modo non ci mancherà, (ex) Ministero della Salute; confido che il nuovo esecutivo possa porre rimedio alle Sue assurde decisioni.

Per quanto riguarda la seconda, mi chiedo: come si fa a decidere di pubblicare i redditi dei cittadini senza alcun avviso in proposito? Trattasi, forse, di un inizio di Grande Fratello generalizzato? Almeno per una volta mi vengo a trovare d'accordo con Grillo, e non capita certo di frequente...

In questa legislatura di questi saltimbanchi non sentiremo certo la mancanza. Sperando che stavolta vengano davvero realizzate le riforme che attendiamo! E sperando anche che nessuno del nuovo governo decida di sostituirsi loro, il tempo dei giochi è finito...

ps: sul tema della legge 40, qui alcune delle reazioni dal mondo politico e medico italiano.