Picche e ripicche (11/07/2008)

lunedì 21 luglio 2008

# «Il premier ha demolito la sua immagine di statista, è tornato uomo di potere», dice Massimo D’Alema sulla Repubblica (4 luglio).
Anche D’Alema nel suo piccolo ha demolito la propria immagine di statista. Tornerà almeno come uomo di potere? Per saperlo, bisogna chiedere a Latorre.

# «Salari greci, imposte norvegesi, welfare sudamericano», dice Massimo Giannini sulla Repubblica (3 luglio).
E secondo le penne di largo Fochetti Tremonti sarebbe riuscito a raggiungere tutti questi obiettivi in pochi giorni?

# «L’intervento del Csm diventerebbe un fuor d’opera se si spingesse su terreni per i quali quell’organismo non avrebbe specifiche funzioni», dice Luciano Violante al Riformista (3 luglio).
Ah! Se si spingesse su quei terreni sarebbe terribile. Meno male che è una tentazione che il Csm non sente proprio.

# «Non siamo ancora al regime», dice Rossana Rossanda alla Repubblica (3 luglio).
Siamo arrivati al punto che una antica estremista deve dare lezioni di saggezza a tutti i vari rimbambiti da antiberlusconismo.

# «Berlusconi il quale procede speditamente verso la sua salvezza giudiziaria senza alcun fondamento costituzionale e con la sola legittimazione del voto popolare», dice Giuseppe Di Lellio sul Manifesto (3 luglio).
C’è una cosa che unisce il Berlusca ai magistrati militanti e una che li divide: li unisce una certa indifferenza per i fondamenti costituzionali, li divide il fatto che il presidente del Consiglio almeno una qualche forma di legittimità ce l’ha.

#“Maroni ai prefetti: ‘Obbedite’”, dice un titolo dell’Unità (30 giugno).
Ma dove andremo a finire? Adesso il ministro degli Interni s’è messo in testa che i prefetti gli ubbidiscano.

# «Noi siamo quel che siamo, non vogliamo influire sull’attività politica», dice Nicola Mancino alla Repubblica (2 luglio).
Non ho capito. Sono quello che sono o non vogliono influire sull’attività politica?

# «Il Corriere della Sera, pulpito liberale, ne dovrebbe essere raccapricciato o almeno impensierito. Accade quel che è già accaduto in passato: da quei soi-disants liberali si odono argomenti che tolgono il fiato», dice Giuseppe D’Avanzo sulla Repubblica (30 giugno).
Che schifo essere soi-disants liberali. Meglio essere apertamente e orgogliosamente tagliagole.

# «Usavano i bambini per rubare nelle case», dice Danilo Castellarin sulla Repubblica (1 luglio).
Ma è possibile iniziare un articolo in modo così razzista? Che fa Famiglia cristiana? Dorme?

# «Il Pd scelga tra noi e Cuffaro», dice Claudio Fava all’Unità (30 giugno).
Ma se scelgono lui, quelli del Pd, assicura che si porterà dietro tutti i suoi 164 elettori di Catania?

# «Un caso tipico in cui il bon ton avrebbe aiutato magistratura e politica», dice Lina Sotis sul Corriere della Sera (1 luglio).
La situazione è già così grave che ci mancano solo le bontonte.

# «Non siamo in guerra con nessuno», dice Luca Ponz al Corriere della Sera (1 luglio).
Niente guerra da parte delle toghe milanesi. Solo atti di terrorismo circoscritto?

Fonte: Tempi.it

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