Poeta in erba

domenica 21 settembre 2008


Finalmente è arrivata la tanto agognata raccolta di versi del poeta-guerriero. L'attendevamo da tempo.
Pubblicata, manco a dirlo, in America.
Ne faremo buon uso (vedi sopra).

L'eterno riposo

venerdì 19 settembre 2008


Grazie a certo sindacato marxista, l'Alitalia è (praticamente) fallita.
I miei più sentiti complimenti.
Chissà se i piloti esulteranno tanto quando si troveranno per strada...
Mi spiace solo per le loro famiglie, queste si incolpevoli della loro follia... e di coloro che li rappresentano.

Sul mestiere più antico (e redditizio, per gli sfruttatori)

sabato 13 settembre 2008


Dichiarazione del ministro Mara Carfagna che, dopo aver finalmente emanato norme più severe per prostitute e clienti (i quali, non dimentichiamolo, sono i veri colpevoli del fenomeno, ndr), con l'ormai famoso ddl Carfagna, ha detto:

"Il governo non regolamentera' la prostituzione negli appartamenti, mentre sono allo studio delle norme per intervenire sulla pornografia on line". Lo ha detto questa mattina a Rainews 24 il ministro per le Pari opportunita', Mara Carfagna. "Non e' nostra intenzione normare la prostituzione nelle case private - ha spiegato il ministro - perche' vorrebbe dire regolamentare e legittimare questo fenomeno. E non e' nelle intenzioni del governo". Con queste parole, Mara Carfagna ha risposto alla richiesta d'intervento avanzata dal sindaco di Verona, Flavio Tosi, anche lui ospite di Rainews 24. E sulla prostituzione in internet, il ministro ha assicurato: "Ce ne occuperemo contestualmente con il tema della pedofilia e della pedopornografia on line".

Fonte: AgiNewsOn

Bene così: è ora di utilizzar il pugno duro. Non si tratta 'appena' di pulire le strade (sarebbe come nascondere la polvere sotto ai tappeti, e a quel punto sarebbe solo demagogia), ma di far capire che la perversione di alcuni (troppi) alimenta le già ricche tasche della malavita. Per questo no anche alle case chiuse, che sono la vergogna di uno stato che si arrende davanti allo 'status quo'.

Bene così, al momento!

Zitti tutti, parla Sofri


Zitti tutti, parla Sofri
di Mario Cervi

La spocchia aggressiva con cui Adriano Sofri ha voluto togliere al commissario Calabresi l’aureola del martire, (leggere l'articolo pubblicato su 'Il Foglio', disponibile qui, ndr) e ai suoi assassini la qualifica di terroristi, è sconvolgente. Sofri è fatto così, e Michele Brambilla ne ha descritto ieri, con straordinaria penetrazione, i cupi contorsionismi logici. Ma certi silenzi seguiti al proclama con cui l’ex leader di Lotta Continua ha rivendicato, in nome dell’idea, la nobiltà e l’ineluttabilità del sacrificio d’un innocente, sono peggio che sconvolgenti. Sono ripugnanti. Sono silenzi che attestano il doppiopesismo, l’ipocrisia, il conformismo pavido d’un ceto politico capace solo d’indignazioni a comando. Non un vero scatto di reazione morale di fronte alla provocazione di Sofri. Nel palazzo si sono sentite alte e forti - ma prevedibili nel tono e nella sostanza - le voci di esponenti del centrodestra, Maurizio Gasparri e Paolo Romani. Gli altri zitti, o capaci soltanto di borbottii vaghi. Zitti gli strenui difensori della magistratura, che danno istericamente addosso al centrodestra se critica un giudice, ma sono di una calma marmorea se viene tacciata d’iniquità una sentenza definitiva. Dov’è finita la sensibilità esasperata di quanti, apostoli della Costituzione, dell’antifascismo e di chissà quant’altro, sono saltati addosso a Gianni Alemanno e a Ignazio La Russa per le loro frasi sul ventennio e su Salò? Fossero o no opportune, esse riguardavano una problematica storica e avvenimenti del passato remoto. Sofri s’è occupato invece di se stesso, dei suoi compagni d’un tempo, e della loro (e sua) vittima: polemizzando oltretutto con il figlio di quella vittima diventato giornalista. Ma per Alemanno e La Russa s’è scatenato il finimondo, il Capo dello Stato ha avvertito l’esigenza di un suo intervento. Confesso che avrei gradito una parola dal Quirinale anche per riaffermare che gli uccisori del commissario Calabresi erano terroristi, che il commissario non era un repressore crudele, che non è lecito invocare la tragedia di piazza Fontana e la morte dell’anarchico galantuomo Pinelli per attribuire un alibi etico, se non giudiziario, ai fanatici “rossi”. Osservo per inciso che Sofri, addebitando a Calabresi d’essere stato un attore di primo piano nella “ostinata premeditazione” contro gli anarchici, ripropone una vecchia tesi secondo cui la Questura di Milano, subito dopo la strage di piazza Fontana, volle dolosamente deviare le indagini. Non intendo sollevare dubbi sulle conclusioni raggiunte successivamente. Osservo peraltro - essendo stato anche cronista di quell’evento spaventoso - che Valpreda aveva fondato un circolo il cui motto era “bombe sangue ed anarchia”, e che l’interessarsi a quel circolo e al suo creatore dopo che una bomba era scoppiata non aveva nulla di stravagante. Tra i silenzi che mi hanno assordato - secondo un detto ormai in voga - debbo registrare anche quello del quotidiano Repubblica, dove è uscito l’articolo di Mario Calabresi contestato da Sofri, e dove scrive lo stesso Sofri. Non una riga di notizia o di commento. Eppure per Repubblica, il cui fondatore Eugenio Scalfari fu tra i firmatari d’un manifesto che definiva Calabresi “commissario torturatore” questa vicenda dovrebbe essere interessante. Invece niente. Non ha taciuto invece un ex di Lotta Continua, Gad Lerner. Il quale, dopo aver ritualmente espresso profondo rispetto per Mario Calabresi e la sua famiglia, ha aggiunto: «Questo non può togliere ad un uomo già privato della sua libertà (non da un regime poliziesco ma da giudici indipendenti ndr) il diritto alle sue opinioni». Si può anche convenire. Diritto alle opinioni per Sofri come per Alemanno. Ma la differenza sta nelle reazioni. L’assunto è che i ragazzi ventenni arruolati dalla Repubblica di Salò fossero malvagi, e non lo fossero invece i giustizieri della P 38, Sofri dixit. A sinistra espressioni imbarazzate («uscita fuori luogo») o, lo ripeto, un silenzio di tomba. Come quella che ormai da 36 anni custodisce i resti di Luigi Calabresi.

Fonte: IlGiornale.it

Assolutamente vergognoso.

Obama? Se la sta facendo addosso...

giovedì 11 settembre 2008


Il senatore democrats, sempre così lindo e profumato e pacato, pare che abbia perso la sua proverbiale tranquillità, incappando in un passo falso degno di un pivellino.
Precisamente, si tratta dell'ennesimo passo falso serio. Il terzo, per la precisione.

Il primo è stato questo.

Il secondo eccolo qua, pochi giorni fa.

Se tanto mi da tanto, domani potrebbe esserci su questo blog un altro post su qualche altra sua clamorosa gaffe...
Sta dimostrando, di fatto, di non esser pronto a guidare proprio nulla, men che meno l'America, visto che al primo momento serio di tensione è sbottato, sbraitando e insultando.
Dove stia la novità della politica fatta in questo modo, non è dato sapere.
Pensate forse che gli americani possano esser tanto sprovveduti, tanto sciocchi, da dare in mano il governo della nazione ad un politico simile? Suvvia, siamo seri...


ps: nell'immagine il senatore osserva il traguardo, che era e resta sempre a debita distanza...

Picche e ripicche (04/09/2008)

martedì 9 settembre 2008

# «Uccidere il padre, psicoanaliticamente parlando, può andare bene. Mangiarsi tutta l’eredità no», dice Sergio Chiamparino sulla Stampa (29 agosto).
Il dibattito all’interno del Pd diventa giorno dopo giorno più sereno. Presto si passerà a esaminare l’argomento se sia opportuno o meno divorare il compagno di banco.

# «L’Italia stramazza a terra e anche Veltroni gira a vuoto», dice Famiglia cristiana al Corriere della Sera (27 agosto).

Chissà che cosa prepara don Sciortino per farsi notare nei prossimi giorni. Si metterà a correre nudo in qualche parco?

# «Mi sento un pò orfano dell’Ulivo», dice Romano Prodi alla Stampa (26 agosto).

E di Nizza e Savoia, non diciamo niente?

# «Nessuno mi ha chiamato, né dal partito, né dal giornale», dice Furio Colombo alla Stampa (26 agosto).
Se non gli fosse rimasto il coiffeur di Capalbio, Furio non saprebbe proprio più con chi parlare.

# «Abbiamo riempito l’Unità di valori», dice Antonio Padellaro al Corriere della Sera (23 agosto).

E si è tanto esagerato che Concita avrà un po’ una funzione da spurgo.

# «Grillo arriva a conclusioni spesso rudimentali, ma non di rado lo condivido», dice Michele Santoro alla Stampa (29 agosto).
Perché quel “ma”?

# «Rispetto a lui io ho un taglio più solidaristico e meno poliziesco», dice Rosa Russo Jervolino al Corriere della Sera (25 agosto).

Non si troverà mai un rifiuto a Napoli che possa dire di essere stato represso dalla Jervolino.

# «Il pm indipendente, è una conquista che ci invidiano all’estero», dice Augusto Barbera al Corriere della Sera (23 agosto).

Subito dopo la pizza, il Colosseo e le gondole. Alla pari con i maccheroni.

# «Chi detta linee politiche diverse da quelle indicate dai vertici nazionali del partito, parla a titolo personale», dice Cristiano Di Pietro alla Stampa (29 agosto).
Nell’Italia dei valori non si parla a titolo personale, bensì a titolo famigliare.

# «Qui, a Firenze alla Festa nazionale del Pd, il ristorante dei compagni di Sesto Fiorentino ha sempre la stessa batteria con il fondo marchiato a fuoco Pci», dice Alessandra Longo su Repubblica (27 agosto).

Pentole. Il diavolo ha qualche problema con i coperchi. Il Pd con i fondi.

# «Veltroni così porterà gli elettori alla depressione», dice Arturo Parisi alla Stampa (20 agosto).

Giusto dove li aveva trovati.

# «L’aspetto inquietante consiste invece nel degrado dell’opinione pubblica in una miriade di opinioni private», dice Eugenio Scalfari sulla Repubblica (24 agosto).

Come si distingue un’opinione pubblica da una privata? Quella pubblica è sempre in sintonia con Scalfari.

Fonte: Tempi.it

Noblesse Oblige (2)

martedì 2 settembre 2008


Che bravi. E che democratici che sono costoro. Gli asinelli sono allo sbando: leggere qui per credere. Gli americani, per fortuna, sono molto più impermeabili al battage pubblicitario che vuole dipingere Obama come il 'nuovo messia'. Per fortuna.